La Charta di Larmenio

Contenuto della Charta di Larmenio

Ego frater Johannes Marcus Larmenius, hyerosolimitanus, Dei gratia et secretissimo venerandi sanctissimique martyris, supremi templi militiæ magistri (cui honor et gloria) decreto, communi fratrum consilio confirmato, super universum templi ordinem, summo et supremo magisterio insignitus, singulis has decretales littera svisuris, salutem, salutem, salutem.
Notum sit omnibus tampræ sentibus quam futuris, quod, deficientibus, propter extrema mætatem, viribus, rerum angustia et gubernaculi gravitate perpensis, ad majorem Dei gloriam, ordinis, fratrum et statutorum tutelam et salutem, ego supradictus, humilis magister militiæ Templi, inter validiores manus supremum statuerim deponere magisterium: Id circo, Deo juvante, unoque supremi conventus equitum consensu, apud eminentem commendatorem et carissimum,Franciscum Thomam Theobaldum Alexandrinum, supremum ordinis templi magisterium, auctoritatem et privilegia contuli, et hoc præsenti decreto, pro vita, conferocum potestate, secundum temporis et rerum leges, fratri alteri, institutionis et ingenii nobilitate

morumque honestate præstantissimo, summum et supremum ordinis templi magisterium, sine commilitonum templi conventus; et, rebus ita sese habentibus, succesor ad nutum eligatur.

Ne autem languescant supremi officii munera, sint nunc et perenniter quatuor supremi magistri vicarii; supremam potestatem, eminentiam et auctoritatem; super universum ordinem, salvo jure supremi magistri habentes; qui vicarii magistri apud seniores secundum professionis seriem eligantur. Quod statutum a commendato mihi et fratribus voto sacro sancti suprà dicto venerandi beatissimique magistri nostri, martyris (cui honos et gloria) amen.

Ma, nel 1804, Claude-Mathieu Radix de Chevillon, un templare dell’Ordine oramai anziano e malato, reggente a suo dire durante la Rivoluzione del titolo di Gran Maestro (che in ogni modo non aveva intenzione di coprire personalmente), avrebbe incontrato alcuni amici con l’intento di conferire loro i poteri, trasmessigli dal Duca di Cossé-Brissac, poco prima della morte.

Il gruppo era formato dal dottor Philippe Ledru (secondo alcune fonti, medico personale del Duca di Cossé-Brissac), il notaio De Courchamp, Bernard Raymond Fabré-Palaprat e Prosper Charpentier De Saintot (si trattava di un gruppo di fratelli appartenenti alla loggia massonica dei Chevaliers de la Croix (Cavalieri della Croce), una loggia che però dissentiva sul comune pensiero massonico dell’epoca, secondo il quale il templarismo (o meglio il neo-templarismo) dovesse essere subordinato alla massoneria.

Chevillon nominò quindi Ledru Tenente-Generale per l’Africa, De Saintot Tenente Generale per l’Asia, De Courchamp Grande Precettore e Fabré-Palaprat nuovo Gran Maestro dell’Ordine.

L’Antico e Sovrano Ordine Militare del Tempio di Gerusalemme fu dunque ricostituito il 4 novembre 1804 da Bernard Raymond Fabré-Palaprat -un ex seminarista, avventuriero e medico (o forse chiropratico) nato nel 1773 a Cordes (nella regione francese del Tarn) – e soci, caratterizzandosi come un’istituzione neo-cavalleresca e soprattutto non-massonica.

Quest’ultimo particolare attirò l’attenzione e l’approvazione del neo-imperatore Napoleone Bonaparte, che vide in quest’atto un’alternativa al templarismo legato alla massoneria anti-monarchica e che quindi favorì la diffusione dell’Ordine in tutto l’Impero. L’imperatore fece perfino celebrare dal clero parigino una solenne cerimonia di riabilitazione di Jacques de Molay nel 1808.

Il graduale allontanamento dei neo-templari dalla massoneria fu concretizzato nel 1811, quando l’Ordine si dissociò ufficialmente dal Grande Oriente di Francia, e, nel contempo, pose l’accento sull’aspetto cattolico (venivano respinte le domande di adesioni dei protestanti) dei propri intenti.

Fabré-Palaprat probabilmente temendo che l’Ordine sarebbe stato, alla fine, fagocitato dalla Chiesa Cattolica, pensò quindi di sviluppare una sua chiesa autonoma con una propria dottrina.

L’occasione gli si presentò nel 1814, quando egli venne in possesso (o trovò su una bancarella) di un manoscritto a sfondo gnostico, scritto in greco, denominato Levitikon (contenente una serie di dottrine religiose e dei rituali dei nove gradi dell’Ordine templare) e di un altro testo, denominato Evangelicon, una versione del Vangelo di San Giovanni – un probabile falso antico ma non troppo (del XV o, secondo altri, del XI secolo), -pesantemente modificato (senza i miracoli e la resurrezione: mancavano, infatti, i capitoli 20 e 21), con un inedito Gesù (iniziato in Egitto ai grandi misteri d’Osiride),, che aveva conferito al suo discepolo favorito (Giovanni) la conoscenza divina o gnosi.

Sulla base, quindi, delle dottrine esposte nel Levitikon ed Evangelicon, Fabré-Palaprat fondò nel 1828 l’Église Johannites des Crétiens Primitif (Chiesa Gioannita dei Cristiani Primitivi).

Per dare una successione apostolica valida alle consacrazioni, effettuate nella sua Chiesa, egli coinvolse un vescovo “jureur” (vale a dire, uno dei prelati che aveva giurato fedeltà alla

Repubblica Francese), monsignor Guillaume Mauviel, vescovo di Cayes (in Haiti), che lo consacrò vescovo il 29 luglio 1810.

A sua volta, Fabré-Palaprat consacrò Primate della Chiesa monsignor Jean Machault (48°), lo stesso giorno della sua investitura; fu infine Machault a consacrare il 20 febbraio 1831 il più famoso (all’epoca) aderente alla chiesa di Fabré-Palaprat, vale a dire l’ex sacerdote cattolico radicale dissidente Ferdinand-François Châtel (49°), fondatore della Chiesa Cattolica Francese.

Non tutti gli aderenti all’Antico e Sovrano Ordine Militare del Tempio di Gerusalemme presero sul serio le idee eterodosse di Fabré-Palaprat, e rimasero fermi nella loro fede cattolica. Questa situazione portò ad una scissione nell’Ordine tra cattolici e seguaci di Fabré-Palaprat, che non fu ricomposta definitivamente, neppure dopo la morte del fondatore, nonostante la mediazione del nuovo Gran Maestro, l’ammiraglio inglese Sir William Sidney-Smith.

Dopo la morte di Sidney-Smith, i templari decisero di aprire le porte ai Cristiani di qualunque confessione, anche se la religione ufficiale rimase quella cattolica romana e la fedeltà alla Chiesa Cattolica fece sempre parte dei valori templari (assieme alla “tradizione” e all'”ordine”).

Seguì un periodo di crisi profonda nell’Ordine. Uno dopo l’altro i vari priorati chiusero o si misero in sonno (prendendo in prestito un termine massonico).

Rimasero attivi solo pochi priorati, tra i quali i templari belgi, che l’11 novembre 1894, organizzarono a Bruxelles la costituzione di una Segreteria Internazionale dei Templari, nonostante il dissenso di altre nazioni, come i templari inglesi, che perseguirono una strada autonoma. Sempre i templari belgi, il 1° ottobre 1933, costituirono a Lovanio il Gran Priorato del Belgio, rifondando il Magistero dell’Ordine, a Bruxelles, nello stesso anno, e affidandone la reggenza a Théodore Covias.

Dieci mesi dopo, l’8 agosto 1934, Emile-Isaac Clement Vanderberg diventò il nuovo Reggente.

In piena seconda guerra mondiale, nel novembre del 1942, egli decise di affidare gli archivi dell’Ordine al conte Antonio Campelo Pinto de Sousa Fontes, Gran Priore del Portogallo.

Alla fine del conflitto mondiale, accadde però l’imprevisto, il de Sousa Fontes si rifiutò di restituire gli archivi e, dopo la morte di Vanderberg in un incidente nel 1945, si proclamò Reggente, e poi Gran Maestro dell’Ordine (OrdreSouverain et Militairedu Temple de Jérusalem, OSMTJ), peggiorando la situazione con una nepotistica designazione del figlio Fernando Campelo Pinto Pereira de Sousa Fontes, a suo successore.

Queste decisioni di de Sousa Fontes provocarono una serie di scismi.

– Il 24 marzo 1956, il Reggente del Capitolo francese, Remy Guerardelle de Ribauville, trasmise i poteri al brasiliano Gabriel Inellas, che diede luogo al ramo cosiddetto “brasiliano”, presente anche in Italia come Supremus Militaris Templi Hierosolymitani Ordo (Supremo Ordine Militare

del Tempio di Gerusalemme).

– In Portogallo, nel frattempo, alla morte di de Sousa Fontes, gli successe, com’era prevedibile, il figlio, che si autoproclamò Reggente dell’Ordine, con il titolo di Principe reggente (ramo portoghese).

– Un gruppo che non accettò questo nepotismo della famiglia de Sousa Fontes, si riunì a Parigi, nel 1970, ed elesse Gran Maestro dell’Ordine il maresciallo e conte polacco Anton Zdrojewski (m.1988), che mantenne la sigla OSMTJ (OrdreSouverain et Militairedu Temple de Jérusalem).

– Nel 1995, la maggioranza dei templari, riuniti sotto la sigla OSMTH (Ordo SupremusMilitaris Templi Hierosolymitani) e residenti in Austria, Francia, Italia, Finlandia, Inghilterra, Galles, Scozia e USA, decisero di disconoscere la reggenza di Fernando de Sousa Fontes e di organizzarsi autonomamente.

Ad oggi proliferano infine una babele di altre sigle templari minori. Tutti questi gruppi, compresi quelli derivati da diverse scissioni locali, hanno una presenza sul territorio italiano.

Uno sviluppo autonomo rispetto al filone discendente da Fabré-Palapraté si ebbe in Scozia.

Il revival dell’ordine Templare in Scozia avvenne nel periodo giacobita nel 1745. In particolare in una lettera originale del III duca di Perth al conte di Airlie Lord Ogilvy, poco dopo la vittoria giacobita contro le truppe inglesi a Prestonpans, viene descritta una cerimonia segreta a Holyrood in cui il principe Charles Edward Stuart è stato eletto Gran Maestro dell’antica cavalleria del Tempio di Gerusalemme il 24 settembre 1745.

Ma il vero rifondatore della tradizione templare scozzese fu un incisore di sigilli, Alexander Deuchar, discendente da una famiglia simpatizzante per i giacobiti.

Il nuovo Ordine iniziò formalmente nel 1805 quando fu consegnato uno statuto a Deuchardal parte del Primo Grande Accampamento d’Irlanda, con il titolo di

Accampamento di Edimburgo No. 31, che in seguito divenne la Grande Assemblea dei Cavalieri Templari a Edimburgo.

Oggi in Scozia esistono diverse organizzazioni templari, sia in ambiente massonico che non massonico. Tra queste si possono citare:

– The Autonomous Grand Priory of Scotland;

– The Grand Priory of the KnightsTemplar in Scotland;

– The Grand Priory of the Scots;

– The Confederation of Scottish KnightsTemplar;

– The Ancient Scottish Military Order of KnightsTemplar;

– Militi Templi Scotia;

– The Prince Henry Sinclair Scottish Knight Templars.

Ego denique, fratrum supremi conventus decreto, a suprema mihi comissa auctoritate, Scotos Templarios ordinis desertores, anathemate percussas, illosque et fratres sancti Johannis hyerosolimae, dominiorum militiæ spoliatores (quibus apud Deum misericordia) extràgirum templi, nunc et in futurum, volo, dico et jubeo.Signa, ideo, pseudo-fratribus, ignota et ignoscenda constitui, ore commilitonibus tradenda, et quo, in supremo conventu, jam tradere modo placuit.

Quæ vero signa tantum modo pateant post debitam professionem et æquestrem consecrationem, secundùm templi commilitonum statuta, ritus et usus, suprà dicto eminenti commendatoris à me transmissa, sicut à venerando et sanctissimo martyre magistro Jacobo de Molaya (cui honos et gloria) in meas manus habui tradita. Fiat sicut dixi fiat. Amen.

24° Ego Johannes Marcus Larmenius dedi, Parisii die decima tertia februarii 1324.

25° Ego Franciscus Thomas Theobaldus Alexandrinus, Deo jurante, supremum magisterium acceptum habeo, 1324.

26° Ego Arnulphus De Braque, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1340.

27° Ego Joannes Claromontanus, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1349.

28° Ego Bertrandus Gueselin, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1357.

29° Ego Johannes Arminiacus, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1381.

30° Ego Bernardus Arminiacus, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1392.

31° Ego Johannes Arminiacus II, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1419.

32° Ego Johannes Croyus, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1451.

33° Ego Robertus Lenoncurtius, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1478.

34° Ego Galeas de Salazar, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1497.

35° Ego Philippus Chabotius, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1516.

36° Ego Gaspardus de SalciacoTavanneusis, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1544.

37° Ego Henricus De Monte Morenciaco, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1574.

38° Ego Carolus Valesius , Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1616.

39° Ego Jacobus Ruxellius de Granceio, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1651.

40° Ego Jacobus Henricus de Duroforti, dux de Duras, Deo jnvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1681.

41° Ego Philippus, dux Aurelianensis, Deo juvanle, supremum magisterium acceptum habeo, 1705.

42° Ego Ludovicus .Augustus Borbonius, duxdu Maine, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1724.

43° Ego Ludovicus Henricus Borbonius Condœus, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1737.

44° Ego Ludovicus Franciscus Borbonius Conty, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1741.

45° Ego Ludovicus Henricus Timoleo de Cossé-Brissac, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, 1776.

46° Ego Claudius Mathæus Radix de Chevillon templi senior vicarius magister, adstantibus fratribus prospere Maria Petro Michaele Charpentier de Sainiot, Bernardo Raymundo Fabré, templi vicariis magistris et Johanne Baptista de Courchant, supreme proeceptore, hasce litteras decretales à Ludovico Timoleone de Cossé-Brissac, supremo magistro, in temperi bus infaustis mihi depositas, fratri Jacobo .Philippo Le Dru, templi seniori vicario magistro tradidi, ut istæ litteræ, in tempore opportuno, ad perpetuam ordinis nostri memoriam, juxtà ritum orientalem vigeant. Die decimâ junii 1804.

47° Ego Bernardus Raymundus Fabre, Deo juvante, supremum magisterium acceptum habeo, die quarta novembrii 1804.

Traduzione in italiano della Charta

Io, fratello Johannes Marcus Larmenius, gerosolimitano, per grazia di Dio e il più segreto venerabile e santissimo martire, il supremo maestro dell’esercito del tempio (a cui sia onore e gloria), per decreto, confermato dal comune consiglio dei fratelli, su tutto l’ordine del tempio, distinti dalla suprema e suprema signoria, vedrete per ciascuno queste lettere di decreto.

Sia noto a tutti, presenti e futuri, che, venendo a mancare, per l’estrema età, la forza, la miseria delle cose e il peso dell’elmo, per la maggior gloria di Dio, la protezione e la sicurezza dell’ordine, i fratelli, e gli statuti, io, il suddetto, umile maestro delle milizie del Tempio, tra i più forti decisi di deporre la mano del maestro:Pertanto, con l’aiuto di Dio e con il consenso di uno della suprema assemblea dei cavalieri, con l’eminente commendator e carissimo Francesco Tommaso Teobaldo di Alessandria, la suprema signoria dell’ordine del tempio, ho conferito autorità e privilegi, e con il presente

decreto, a vita, conferisco potestà, secondo le leggi del tempo e delle cose, all’altro fratello, distinto per la nobiltà di educazione e di carattere, e il carattere onoratissimo, l’ordine più alto e più alto del magistero del tempio, senza l’assemblea dei compagni del tempio; e, stando così le cose, si sceglie un successore con un cenno del capo.

Ma affinché le funzioni del supremo ufficio non debbano venir meno, siano ora e per sempre quattro supremi maestri vicari; potere supremo, eminenza e autorità; su tutto l’ordine, salvo il diritto del maestro supremo; quei supplenti tra gli anziani sono scelti secondo la serie della professione. Questo statuto è raccomandato a me e ai miei fratelli per sacrosanto voto del predetto venerabile e beatissimo maestro, il martire (a cui sia onore e gloria, amen).

Infine, io, per decreto della suprema assemblea dei fratelli, e per la suprema autorità a me affidata, i Templari scozzesi, disertori dell’ordine, abbattuti con anatema, e quelli e i fratelli di San Giovanni di Gerusalemme, saccheggiatori dei domini dei militari (di cui Dio ha misericordia) fuori del tempio, ora e in futuro, io, dico e comando

Pertanto, agli pseudo-fratelli, sconosciuti e imperdonabili, ho deciso di consegnarli a voce ai miei compagni, e nel modo in cui, nella suprema assemblea, era già stato deciso di consegnarli.

Ma questi segni dovranno essere rivelati solo dopo la dovuta professione e consacrazione equestre, secondo gli statuti, i riti e le consuetudini dei commilitoni del tempio, a me tramandati dal suddetto eminente commendatore, così come furono consegnati a me dal venerabile e santissimo martire Maestro Jacobus de Molaya (al quale ho avuto onore e gloria) . Lascia che sia come ho detto. Amen.

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